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Molti studi, tra cui le relazioni annuali sullo stato e sulle prospettive dell’ambiente in Europa (SOER), evidenziano la portata e l’entità delle sfide che ci troviamo ad affrontare. La nostra valutazione europea dei rischi climatici pubblicata di recente conclude che molti rischi climatici hanno già raggiunto livelli critici e potrebbero diventare catastrofici senza un’azione urgente e risoluta, e che l’Europa non è preparata a questi rischi crescenti.
Per affrontare il degrado ambientale e i cambiamenti climatici, gli europei hanno fissato obiettivi politici ambiziosi, adottato normative e messo in atto numerose iniziative negli ultimi quarant’anni. I programmi di azione per l’ambiente sono stati una delle colonne portanti di questi impegni.
L’attuale 8º programma d’azione per l’ambiente (PAA) dell’Unione europea (UE) è entrato in vigore nel maggio 2022. Guiderà le politiche ambientali fino al 2030 e contribuirà a realizzare la visione a lungo termine dell’Europa per il 2050, ossia vivere bene entro i limiti del nostro pianeta. All’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) è stato affidato il compito di valutare ogni anno i progressi compiuti verso il conseguimento degli obiettivi prioritari dell’8º PAA.
Il primo di questi rapporti di monitoraggio è stato pubblicato nel dicembre 2023 e fa il punto sui progressi compiuti verso la realizzazione dei principali obiettivi ambientali e climatici dell’Europa, sulla base dei 28 indicatori e degli obiettivi di monitoraggio delineati nella comunicazione sul quadro di monitoraggio per l’8º PAA.
Stando alla nostra valutazione, l’UE rischia di non raggiungere la maggior parte degli obiettivi per il 2030. La riduzione delle pressioni sull’ambiente e sul clima legate alla produzione e al consumo è considerata particolarmente problematica. Questo obiettivo prioritario prevede la riduzione del consumo energetico e l’aumento del tasso di utilizzo di materiali circolari e della quota di superficie agricola coltivata a biologico. È poco probabile che tutti questi obiettivi vengano raggiunti entro il 2030.
È molto probabile invece che l’UE raggiunga diversi altri obiettivi. Ad esempio, la quota dell’economia verde continuerà ad aumentare. Parimenti i decessi prematuri attribuibili all’esposizione al particolato fine diminuiranno in linea con l’obiettivo del piano d’azione «inquinamento zero».
Nel complesso il rapporto sottolinea che il conseguimento di una serie di obiettivi di monitoraggio dell’8º PAA richiede progressi molto più rapidi rispetto a quanto compiuto negli ultimi dieci anni.
Ogni giorno gli effetti dei cambiamenti climatici o dell’inquinamento ambientale fanno notizia: piste da sci senza neve, contaminanti presenti nell’acqua, inquinamento atmosferico, siccità, inondazioni... La salute e i mezzi di sussistenza delle persone sono minacciati. Sappiamo che dobbiamo fare qualcosa. Sappiamo anche che più aspettiamo o più tardiamo a intervenire, maggiori saranno i problemi. E la resilienza e la capacità della nostra società, dell’economia e dell’ambiente di far fronte ai problemi si indeboliranno.
Allo stesso tempo possiamo anche constatare che il cambiamento non è facile. Il conseguimento di un’economia a zero emissioni nette, pulita, positiva per la natura e circolare richiede tempo, investimenti e impegno. Il cambiamento comporta anche scelte difficili. E dobbiamo ammettere che ogni scelta può essere più incisiva per alcuni gruppi piuttosto che per altri.
Questo accade anche se decidiamo di non intervenire o se tardiamo a intervenire. Alcuni di noi saranno interessati più di altri. Queste disuguaglianze emergono in molti dei nostri rapporti, che indicano che le ripercussioni sulla salute e sul clima sono maggiori per specifici gruppi o regioni. E, naturalmente, nella maggior parte dei casi, altre regioni del mondo sono colpite molto più duramente dell’Europa. Un recente nota informativa dell’AEA sulle transizioni giuste sottolinea che per essere incisive le politiche destinate a guidare l’Europa verso un’economia circolare più verde e neutrale dal punto di vista climatico devono essere definite sulla base di concetti di giustizia ed equità.
All’inizio di questa settimana la Commissione europea ha pubblicato la sua revisione intermedia dell’8º PAA, evidenziando l’ampia serie di leggi già messe in atto per raggiungere i propri obiettivi nonché le sfide individuate nel nostro rapporto di monitoraggio. Attuazione, finanziamenti e giusta transizione sono tra i principali fattori abilitanti sottolineati nella revisione della Commissione europea.
Di fronte alle sfide crescenti, dobbiamo agire con urgenza, decisione ed equità. Innanzitutto, la piena attuazione delle politiche e della legislazione esistenti in materia di ambiente e clima, compresa l’integrazione dei loro requisiti in altre politiche, aiuterà in modo significativo l’UE a progredire ulteriormente verso i propri obiettivi. Possono essere necessarie anche misure supplementari. Un’altra componente essenziale è garantire la disponibilità di risorse sufficienti per tutta la durata di questa transizione. E soprattutto, di fronte a scelte difficili, dobbiamo sostenere le persone più colpite.
L’AEA è impegnata a sostenere i responsabili politici europei e il pubblico fornendo le conoscenze e i dati necessari per realizzare la visione a lungo termine dell’Europa per il 2050, ossia vivere bene entro i limiti del pianeta.
Leena Ylä-Mononen
Direttrice esecutiva, Agenzia europea dell’ambiente
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