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La sfida del cambiamento climatico e ciò che facciamo per affrontarla definirà noi, la nostra era e, in ultima istanza, l'impronta globale che lasceremo.
Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, 2007
L'obiettivo a lungo termine dell'UNFCCC consiste nello "stabilizzare le concentrazioni di gas a effetto serra nell'atmosfera a un livello tale da escludere qualsiasi pericolosa interferenza delle attività umane sul sistema climatico " . Il protocollo di Kyoto è un primo passo verso questo risultato. Esso fissa gli obiettivi di riduzione delle emissioni per molti paesi industrializzati, compresa la maggior parte degli Stati membri dell'Unione europea, e limita l'aumento delle emissioni dei restanti paesi:
Gli Stati Uniti d'America, che hanno emissioni elevate di gas a effetto serra, non hanno ratificato il protocollo.
Si prevede che i paesi soddisferanno il loro obiettivo prevalentemente attraverso politiche e misure a livello nazionale. È loro consentito di soddisfare parte dei loro obiettivi di riduzione delle emissioni investendo in progetti per la riduzione delle emissioni nei paesi in via di sviluppo (meccanismo per lo sviluppo pulito, CDM) o in quelli sviluppati (attuazione congiunta). Il CDM ha anche lo scopo di supportare lo sviluppo sostenibile, per esempio finanziando i progetti di energia rinnovabile.
L'IPCC auspica un dimezzamento nelle riduzioni delle emissioni globali entro la metà del XXI secolo. Questo implica una riduzione del 60-80% nelle emissioni dei paesi sviluppati. I paesi in via di sviluppo con emissioni elevate, come la Cina, l'India e il Brasile, dovranno limitare la crescita delle loro emissioni.
È attualmente in fase di negoziazione un accordo internazionale successivo al 2012 con l'UNFCCC. Lo scopo consiste nel raggiungere un accordo alla conferenza sul clima in programma a Copenaghen per il dicembre 2009.
Molti paesi europei hanno adottato programmi nazionali finalizzati alla riduzione delle emissioni. Varie politiche e misure sono state adottate anche a livello comunitario attraverso il programma europeo per il cambiamento climatico, per esempio:
Il sistema UE di scambio delle quote di emissione di anidride carbonica (video) rappresenta il fondamento degli sforzi dell'Unione europea per ridurre le emissioni in modo efficiente rispetto ai costi. Nel marzo 2007, i leader dell'Unione europea hanno approvato un ambizioso piano per l'energia e il cambiamento climatico, volto a limitare le emissioni di gas a effetto serra nell'Unione europea almeno del 20% entro il 2020 (rispetto ai livelli del 1990) e a raggiungere, entro il 2020, un obiettivo del 20% di energia rinnovabile rispetto all'utilizzo complessivo di energia primaria nell'Unione europea. Nel gennaio 2008 la Commissione europea ha proposto un nuovo pacchetto per l'energia e il clima al fine di soddisfare l'obiettivo di riduzione delle emissioni (video). Vari settori come l'agricoltura, i trasporti e l'edilizia e tutti gli Stati membri dovranno fare la loro parte e contribuire agli obiettivi dell'Europa in base alle loro rispettive capacità finanziarie. Per i settori a elevato consumo energetico, come l'acciaio e le sostanze chimiche, la Commissione propone di rafforzare il sistema di cessione dei diritti di emissione nell'UE per aiutare a realizzare l'obiettivo del 20%. La riduzione delle emissioni di gas a effetto serra richiederà un maggiore ricorso a energie rinnovabili, il che presuppone anche una fornitura energetica più diversificata per l'Europa.
Tra i nuovi settori strategici per i quali si stanno sviluppando ulteriori misure di riduzione delle emissioni si annoverano l'aeronautica (video), CO2 e auto (video) e la captazione e stoccaggio del carbonio (video).
Alcuni paesi membri dell'AEA hanno preparato strategie nazionali di adattamento al cambiamento climatico o hanno iniziato a elaborarle. Il Libro verde 2007 sull'"Adattamento ai cambiamenti climatici in Europa – quali possibilità di intervento per l'UE" della Commissione europea si trova attualmente in fase di consultazione presso le parti interessate.
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