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Il comparto industriale europeo apporta numerosi e importanti benefici economici e sociali; si producono merci e prodotti e si genera occupazione ed entrate fiscali. Tuttavia, i più grandi impianti industriali europei contribuiscono per una quota significativa delle emissioni totali dei principali inquinanti atmosferici e gas a effetto serra, nonché di altri importanti effetti ambientali, fra cui il rilascio di inquinanti nell'acqua e nel suolo, la produzione di rifiuti ed il consumo di energia.
Pur essendo una componente chiave dell’economia europea, l’industria costituisce anche una fonte di inquinamento. Per molti anni, la regolamentazione ambientale ha limitato gli effetti negativi dell’inquinamento dovuti alle attività industriali sulla salute umana e sull’ambiente. Le politiche UE attualmente in uso volte a limitare l’inquinamento industriale sono descritte di seguito.
L’accesso del pubblico alle informazioni sull’inquinamento industriale è migliorato in misura significativa negli ultimi decenni. In particolare, il registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti (E -PRTR) costituisce un registro completo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti causati dalle maggiori attività industriali. Tale registro contiene informazioni annuali su oltre 30 000 complessi industriali in 33 paesi europei riguardanti la quantità di emissioni di sostanze inquinanti nell’aria, nell’acqua e nel suolo, nonché i trasferimenti fuori sito di rifiuti e di sostanze inquinanti nelle acque reflue.
Nuovi criteri di sostenibilità sono stati introdotti per contribuire a ridurre le ripercussioni dell’industria sull’ambiente. Esempi di tali iniziative sono l’adozione diffusa di pratiche di gestione ambientale attraverso il sistema di ecogestione e audit (I would also put the whole name in ENG together tith the acronym EMAS) e della norma ISO 14001.
Altri tipi ti iniziative sono state introdotte per raggiungere obiettivi sociali e ambientali al di là degli obblighi statutari, Si tratta di iniziative volontarie di responsabilità sociale ed ambientale: (Volunatry etc CSR). Esempi di tali iniziative sono l'iniziativa “Responsible Care” (atteggiamento responsabile) dell'industria chimica, l'iniziativa di e-sostenibilità globale e laMaterials Stewardship Policydel Consiglio internazionale sull'estrazione di minerali e metalli e la rete delle imprese RSI Europa.
A livello politico dell’UE, la Commissione ha adottato una strategia in materia di responsabilità sociale delle imprese mentre a livello internazionale la norma ISO 26000 sulla responsabilità sociale fornisce orientamenti riguardo le modalità operative socialmente responsabili che possono essere adottate dalle imprese e dalle organizzazioni.
L’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) supporta la realizzazione e la valutazione delle politiche dell’UE in materia di inquinamento industriale. Si occupa inoltre di sostenere lo sviluppo di strategie a lungo termine volte a limitare le ripercussioni del settore sull’ambiente e sulla salute.
L’AEA assiste l’UE nell’elaborazione di strategie a lungo termine per ridurre le pressioni ambientali derivanti dall’industria, fornendo valutazioni e informazioni ai responsabili delle politiche. Fra i prodotti e le attività fondamentali dell’Agenzia figura la messa a disposizione dei dati raccolti dai paesi europei nell’ambito degli obblighi di comunicazione previsti dalla legislazione europea.
L’AEA sostiene l’UE nello sviluppo di iniziative volte a razionalizzare maggiormente la comunicazione in materia di emissioni industriali, fra cui l’armonizzazione e la semplificazione dell’invio di informazioni industriali per gli Stati membri e le imprese dell’UE, in modo trasversale alle diverse legislazioni.
L’AEA pubblica molteplici relazioni di valutazione relative all’impatto del settore industriale europeo sull’ambiente, fra cui contributi alle relazioni «L’ambiente in Europa ‒ Stato e prospettive» (SOER), diffuse dall’Agenzia con frequenza quinquennale, nonché relazioni specifiche.
L’AEA sta mettendo a punto una serie di indicatori sull’aspetto dell’inquinamento industriale. Elabora inoltre profili per paese per presentare la situazione nei paesi aderenti.
Avvalendosi delle fonti di dati disponibili, ossia il registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti, l’AEA evidenzia ogni anno questioni specifiche con una serie di resoconti sull’inquinamento industriale.
Il futuro passaggio verso un settore industriale europeo più ecologico richiede un approccio integrato, che rafforzi il controllo dell’inquinamento alla fonte e fornisca incentivi per cambiare le prassi operative e per porre in essere nuove tecnologie innovative.
I legislatori considerano una priorità migliorare l le conoscenze di base dell’Europa sull’inquinamento industriale. In linea con la convenzione di Aarhus, il 7° programma di azione in materia di ambiente comprende l’obiettivo di rendere disponibili le informazioni a livello più ampio e in maniera più efficace riguardo la realizzarione della legislazione sul controllo dell’inquinamento. La direttiva relativa alle emissioni industriali richiede che gli Stati membri forniscano informazioni consolidate sugli impianti industriali di qualità sempre migliore.
La completa realizzazione della legislazione consolidata aiuterà a controllare meglio le emissioni industriali.
Per quanto riguarda i gas a effetto serra, il sistema UE di scambio delle quote di emissioni (UE ETS) è stato ideato come principale strumento guida per l’introduzione della tecnologia a basse emissioni di carbonio nel settore industriale. Nel 2020 le emissioni dei settori interessati dal sistema UE ETS saranno inferiori del 21% rispetto al 2005. Entro il 2030 dovrebbero essere inferiori del 43%, conformemente alle conclusioni del Consiglio europeo dell’ottobre 2014.
A lungo termine, la Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse, elaborata dalla Commissione,delinea i modi in cui l’economia dell’Europa potrebbe diventare sostenibile entro il 2050. Propone alcuni modi per aumentare la produttività delle risorse e dissociare la crescita dall’uso delle risorse, evitando al contempo di vincolarsi a una particolare tecnologia e fornendo un percorso verso il taglio delle emissioni di gas a effetto serra dell’80% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050. Il pacchetto sull’economia circolare ha stabilito un programma di azioni comprendente misure riguardanti l’intero ciclo: dalla produzione e dal consumo alla gestione dei rifiuti e al mercato per le materie prime secondarie. Maggiori informazioni sono reperibili sul sito web, alla sezione «L’efficienza delle risorse e i rifiuti».
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