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La consapevolezza ambientale e la sua incidenza sul processo decisionale hanno avuto inizio con l’individuazione di problemi isolati, quali le piogge acide, la contaminazione chimica dei corpi idrici o il rapido declino delle popolazioni di api, con le relative implicazioni per la salute umana e l’economia. A partire dagli anni Settanta, gli Stati membri dell’Unione europea hanno iniziato a coordinare i propri sforzi, allineando sempre di più le rispettive politiche, in conseguenza della crescente consapevolezza che i problemi ambientali transfrontalieri, come l’inquinamento atmosferico o idrico, richiedono un’azione congiunta.
In questo periodo di quasi 50 anni, i paesi dell’UE hanno gradualmente ampliato la portata della propria azione collettiva e aumentato il il proprio livello di ambizione. Con l’aumentata comprensione dei problemi ambientali, è divenuto evidente che le preoccupazioni ambientali dovevano entrare a far parte integrante dei quadri politici generali, sia in Europa che a livello globale. Nell’Unione europea, le politiche in materia di clima ed energia sono ora più strettamente allineate, mentre quelle relative alla mobilità sono entrate a far parte di una più ampia, visione a lungo termine per un’economia a impatto climatico zero entro il 2050.
Nei dibattiti politici, a qualsiasi livello, è diventato sempre più chiaro che disporre di informazioni affidabili sull’ambiente è fondamentale per l’elaborazione e l’attuazione di politiche efficaci.
L’Agenzia europea dell’ambiente è stata istituita nel 1994[1] per fornire informazioni indipendenti e affidabili sull’ambiente in Europa a sostegno dell’elaborazione delle politiche europee. La decisione è stata adottata in quanto un’azione congiunta richiede una comprensione comune del problema in questione. E senza dati completi e comparabili, risulta impossibile formulare politiche comuni e monitorarne i progressi.
Parallelamente all’evoluzione delle esigenze in termini di politiche, nel corso del tempo ci sono stati affidati nuovi ambiti di attività e si è ampliata anche la copertura spaziale e temporale della nostra base conoscitiva. Oggi, le conoscenze dell’AEA riguardano l’analisi tematica di singole questioni, che vanno dalla qualità dell’aria e delle acque di balneazione, ai cambiamenti nella copertura del suoloe alla prevenzione dei rifiuti, alle emissioni dido per i gas a effetto serra e di anidride carbonica da automobili e furgoni di nuova produzione, fino ad analisi più trasversali e sistemiche su clima ed energia, il sistema alimentare e le vulnerabilità sociali dovute a un’esposizione ineguale a molteplici impatti ambientali. Inoltre, ogni cinque anni integriamo tali valutazioni con la relazione sullo stato e le prospettive dell’ambiente in Europa (SOER), la cui edizione 2020 sarà pubblicata nel dicembre di quest’anno. Il nostro lavoro di valutazione e acquisizione di conoscenze continuerà a svilupparsi insieme alle esigenze politiche in corso ed emergenti.
Nei primi tempi, la comunicazione dei dati ambientali consisteva in materiale a stampa inviato per posta o, successivamente, via fax all’Agenzia. Oggi, gli Stati membri possono trasmettere ingenti quantità di dati direttamente a Reportnet, la nostra piattaforma elettronica di comunicazione. Questi dati, una volta controllati in termini di qualità, sono messi a disposizione di qualsiasi utente, umano o elettronico.
Una quota crescente dei dati raccolti proviene con informazioni geospaziali, che consentono di visualizzare i cambiamenti nel tempo e in tutto il continente. Ora possiamo ingrandire una mappa, visualizzare le aree protette della rete Natura2000 dell’UE e acquisire informazioni sulle specie protette che vi vivono. Alcuni dati sono trasmessi e resi disponibili in tempo reale. Migliaia di stazioni di monitoraggio in tutta Europa, che misurano le concentrazioni dei principali inquinanti atmosferici, sono ora collegate alla stessa rete e tutte queste informazioni sono accessibili attraverso l’indice europeo della qualità dell’aria, la nostra piattaforma comune con la Commissione europea.
La digitalizzazione e Internet hanno trasformato cio’ che era inimmaginabile 25 anni fa in strumenti oggi ordinari. Questa rivoluzione dei dati ambientali è lungi dall’essere conclusa. Infatti, il programma di osservazione della terra Copernicus dell’Unione europea offre innumerevoli opportunità per aiutarci a monitorare i cambiamenti nell’ambiente europeo, con un’accuratezza e un livello di dettaglio impensabili 25 anni fa. Dalla densità delle foreste all’espansione urbana, i dati satellitari di Copernicus integrano le osservazioni sul campo per consentirci di comprendere appieno ciò che sta accadendo, dove e perché.
Considerando la portata dei cambiamenti in termini tecnologici e di acquisizione dei dati negli ultimi 25 anni, possiamo essere certi che la tecnologia – sotto forma di intelligenza artificiale, di telerilevamento o di sempre crescente capacità di elaborazione – continuerà a plasmare le nostre conoscenze e le modalità per accedervi.
L’AEA non è solo un polo di conoscenze che collega il mondo della scienza con quello politicoa. È anche un’organizzazione di networkingche riunisce centinaia di soggetti attivi – agenzie e ministeri per l’ambiente, amministrazioni pubbliche e organismi di ricerca – nella Rete europea d’informazione e osservazione ambientale (Eionet). Quella che è iniziata come una rete di 12 paesi dell’UE con un organico di decine di persone comprende oggi 33 paesi membri e 6 paesi cooperanti in tutta Europa e centinaia di dipendenti altamente motivati e con un’ampia gamma di settori di competenza. La rete Eionet ha svolto un ruolo fondamentale nel creare e garantire la disponibilità di flussi di dati regolari provenienti da tutta Europa. Oggi, oltre al suo ruolo fondamentale in materia di dati, Eionet funge anche da rete di conoscenze, raccogliendo e condividendo le esperienze e le competenze degli organismi che ne fanno parte. Questa esperienza e competenza collettiva di AEA ed Eionet giova anche a partner e progetti in atto oltre i confini dell’UE, compresi i paesi del vicinato europeo e l’iniziativa europea di biomonitoraggio umano (HBM4EU).
Negli ultimi 25 anni l’ambiente, le politiche, le conoscenze, i dati, la tecnologia e l’AEA/Eionet sono cambiati e continueranno a evolversi. In questa continua crescita, innovazione e cambiamento , un solo aspetto rimane invariato: l’impegno immutabile del personale dell’Agenzia e delle sue reti a migliorare l’ambiente e quindi la qualità della vita in Europa e oltre.
Nel celebrare quest’anno il 25o anniversario dell’AEA, è con questi partner che intendiamo riflettere sui nostri contributi passati e futuri e su come, insieme, potremo accogliere al meglio i cambiamenti e contribuire a raggiungere la sostenibilità a lungo termine dell’Europa.
Ciò che lasceremo al continente non deve necessariamente essere il degrado ambientale che non siamo riusciti a fermare, ma un punto di svolta in cui avremo invertito tale tendenza al degrado adottando iniziative decisive. Quando migliaia di studenti si riversano sulle strade invitando all’azione e la maggioranza degli europei esprime la propria preoccupazione per l’ambiente e i cambiamenti climatici, è tempo di adottare misure più coraggiose.
Hans Bruyninckx
Direttore esecutivo dell’AEA
Editoriale pubblicato nel numero di giugno 2019 della newsletter AEA n° 2/2019
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