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L’economia europea dipende da un flusso ininterrotto di risorse e materie naturali, tra cui acqua, colture, legname, metalli, minerali e vettori energetici. Una parte consistente di tali materie è importata. Questa dipendenza potrebbe diventare sempre più una fonte di vulnerabilità, con l’aumento della concorrenza globale per le risorse naturali.
Negli ultimi anni lo sfruttamento delle risorse, la produzione, il consumo e la produzione di rifiuti a livelli elevati sono stati affrontati alla luce del concetto di economia circolare e attraverso le politiche correlate. Si tratta di un concetto che mira a creare circuiti chiusi in termini di utilizzo delle materie mantenendo il più a lungo possibile nell’economia il valore dei prodotti, delle materie e delle risorse: un approccio inteso a ridurre in modo efficace la produzione di rifiuti e l’uso di materie vergini, riducendo così anche le pressioni che ne derivano.
In effetti, lo sfruttamento delle risorse, la produzione e il trattamento dei rifiuti comportano notevoli pressioni ambientali durante le fasi di estrazione, produzione, utilizzo e fine vita. Gli obiettivi della politica ambientale comprendono la riduzione della quantità di materie utilizzate nell’economia, il miglioramento dell’efficienza delle risorse, la riduzione della produzione di rifiuti e la trasformazione dei rifiuti in una risorsa.
Negli ultimi dieci anni lo sfruttamento delle risorse in Europa è diminuito, in gran parte grazie alle tendenze della crescita economica e a cambiamenti strutturali nell’economia a seguito della crisi finanziaria. Attualmente l’uso delle risorse e l’efficienza dei vari paesi in tale ambito variano notevolmente; inoltre, a causa della dimensione globale degli scambi commerciali, le pressioni ambientali che ne derivano si manifestano in parte oltre i confini dell’Europa.
Negli ultimi anni l’attenzione si è concentrata sulla sicurezza dell’approvvigionamento di materie prime essenziali. Tuttavia, la prevenzione di un’eccessiva produzione di rifiuti e un’adeguata gestione degli stessi rappresentano ormai un aspetto fondamentale dell’economia circolare.
L’Europa produce ancora una grande quantità di rifiuti, anche se gli andamenti in tale produzione sono piuttosto stabili, con una tendenza a dissociare produzione di rifiuti e sviluppo economico. Allo stesso tempo, i rifiuti sono sempre più percepiti come una risorsa preziosa per l’economia europea: la percentuale di riciclo sta lentamente aumentando, mentre la quantità di rifiuti conferiti in discarica sta diminuendo. Le differenze tra i vari paesi in termini di risultati, tuttavia, sono ancora elevate.
Un fattore chiave per una migliore gestione dei rifiuti è la normativa generale dell’UE in materia.
Il 7° programma di azione in materia di ambiente (PAA) individua il miglioramento dell’efficienza delle risorse quale uno dei tre obiettivi chiave per concretizzare, entro il 2050, la visione di «vivere bene entro i limiti del pianeta»:
Gli obiettivi generali del 7º PAA sono sostenuti da una serie di strumenti politici più specifici. L’efficienza delle risorse nonché i rifiuti e le risorse secondarie sono componenti essenziali della cosiddetta politica dell’economia circolare. Il piano d’azione dell’UE per l’economia circolare ha definito un programma d’azione concreto e ambizioso, con misure che interessano l’intero ciclo.
Le politiche specifiche affrontano i vari elementi del paradigma dell’economia circolare. Nel caso dell’efficienza delle risorse, prevedono una tabella di marcia verso un’Europa efficiente e una tabella di marcia verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
Un altro insieme di politiche mira ad allontanarsi dal modello di crescita lineare del «take-make-consume-dispose» (prendi, produci, usa e getta), proponendo un modello circolare che si basa sul mantenimento dell’utilità di prodotti, componenti e materiali e quindi del loro valore per l’economia. Come osservato nel piano d’azione dell’UE per l’economia circolare, la realizzazione di questo obiettivo richiederà cambiamenti nelle catene di approvvigionamento, ivi compreso nella progettazione dei prodotti, nei modelli aziendali, nelle scelte di consumo, nonché nella prevenzione di un’eccessiva produzione di rifiuti e nella relativa gestione.
La legislazione dell’UE in materia di rifiuti costituisce uno dei principali fattori di impulso a livello di politiche. Nel 2018 sono state rivedute le principali normative UE in tale ambito: la direttiva quadro sui rifiuti, la direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, quella sulle discariche di rifiuti, quella relativa a pile e accumulatori, la direttiva sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche e quella relativa ai veicoli fuori uso.
La revisione delle direttive si dà obiettivi più ambiziosi per il riciclaggio dei rifiuti urbani e di imballaggio, fermo restando che per i primi è necessario ridurre ulteriormente il ricorso alle discariche. I rifiuti alimentari dovranno essere dimezzati entro il 2030, mentre quelli pericolosi e quelli organici prodotti dai nuclei familiari dovranno essere raccolti separatamente. Inoltre, le nuove norme prevedono un maggiore ricorso a strumenti economici efficaci, come i regimi di responsabilità estesa del produttore.
L’AEA investe costantemente nell’ampliamento della base di conoscenze sull’efficienza delle risorse e sull’economia circolare, tra cui anche sui rifiuti, nonché nel miglioramento delle capacità e nel trasferimento di esperienze nell’ambito della rete europea d’informazione e di osservazione in materia ambientale (Eionet).
Inoltre, l’Agenzia analizza i flussi di materiali nonché i dati e le informazioni sui rifiuti mettendo a punto i relativi indicatori e valutazioni. I progressi nell’ambito delle politiche vengono analizzati in tre serie di relazioni in parallelo sulla prevenzione di un’eccessiva produzione di rifiuti nonché su efficienza delle risorse ed economia circolare. Le relazioni annuali sull’economia circolare e i contributi alle valutazioni integrate, quali la serie di rapporti dell’AEA «L’ambiente in Europa: stato e prospettive nel 2020 (SOER)», forniscono una prospettiva generale.
Sono inoltre effettuate periodicamente analisi dettagliate di determinati aspetti dell’efficienza delle risorse e delle politiche in materia di economia circolare, nelle quali si esaminano temi quali il monitoraggio, gli obiettivi, gli strumenti di mercato e altre strategie di intervento.
L’interazione delle parti interessate e il miglioramento delle capacità ai fini delle suddette valutazioni costituiscono un elemento importante dei lavori, insieme agli incontri e ai workshop periodici dell’Eionet con i centri di riferimento nazionali in materia di rifiuti nonché di efficienza dell’economia dal punto di vista delle risorse e di economia circolare.
Il lavoro attuale è principalmente orientato verso il miglioramento della base scientifica in materia di efficienza delle risorse, economia circolare e rifiuti. Sono previsti contributi alle serie dei SOER, ponendo l’accento sulle informazioni tematiche (rifiuti e uso delle risorse) e sull’analisi sistemica della transizione verso un’economia circolare.
Nelle revisioni delle direttive sui rifiuti, all’AEA è stato assegnato il compito di promuovere l’attuazione della legislazione in materia a livello di Stati membri dell’UE. Ogni due anni l’Agenzia esaminerà i programmi di prevenzione della produzione dei rifiuti nei vari paesi e valuterà i progressi compiuti in vista di tale obiettivo e della transizione verso l’economia circolare.
Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, l’AEA affiancherà la Commissione europea nella valutazione dei risultati ottenuti dagli Stati membri dell’UE rispetto ai nuovi obiettivi sul riciclaggio e lo smaltimento in discarica di quelli urbani e sul riciclaggio dei rifiuti di imballaggio. Tale valutazione contribuirà alla messa in atto di un meccanismo di «allerta precoce».
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