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La Banca europea per gli investimenti (BEI) è l’istituzione finanziaria multilaterale più grande del mondo e una delle maggiori erogatrici di finanziamenti per il clima in forma di sovvenzioni, prestiti e garanzie. Abbiamo intervistato Eva Mayerhofer, specialista capo in materia di biodiversità e ambiente presso la BEI, in merito alle sfide e alle opportunità per accelerare la transizione ecologica europea attraverso il finanziamento sostenibile.
L’Europa soddisfa una quota crescente del proprio fabbisogno energetico attraverso le fonti rinnovabili ma, allo stesso tempo, è ancora dipendente dal petrolio e dal gas. Con i prezzi dell’energia in rapida evoluzione, le preoccupazioni per il riscaldamento domestico in inverno e l’impegno a ridurre le emissioni di gas serra, diventa necessario risparmiare energia, diversificarne le fonti, accelerare il passaggio alle rinnovabili e offrire sostegno ai più vulnerabili.
Le società dipendono, sotto diversi aspetti, dalla movimentazione di persone e merci da un luogo all’altro in modo economico ed efficiente. Il commercio internazionale ci consente di accedere a prodotti e mercati esteri. Le persone necessitano di mezzi per andare a scuola, al lavoro e svolgere altre attività. Il trasporto è una parte essenziale del nostro modo di vivere ma, nel suo stato attuale, dipende dai combustibili fossili e impatta gravemente sull’ambiente e sul clima.
Di fronte al cambiamento climatico, ai prezzi crescenti dell’energia e alle preoccupazioni sulla sicurezza delle forniture, le fonti di energia rinnovabile come l'energia eolica e solaresembrano la soluzione più ovvia. Cosa occorre per trasformare il sistema energetico europeo attuale in uno basato sulle fonti rinnovabili?
Cos’è la finanza sostenibile e quale può essere il suo ruolo nella transizione dell’Europa verso la neutralità carbonica? Abbiamo chiesto ad Andreas Barkman, principale esperto di finanza sostenibile della AEA, di spiegare come sia intervenuta l’UE per assicurare che il settore finanziario contribuisca alla transizione verso un sistema finanziario più verde, a sostegno della crescita sostenibile.
La siccità, le ondate di calore e i violenti incendi dell’estate 2022 ci hanno ricordato dolorosamente che la sfida cruciale del XXI secolo e’ la mitigazione dei cambiamenti climatici. L’impegno dell’UE per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 è l’agenda sul clima più ambiziosa del mondo: il raggiungimento di questo obiettivo rappresenta un modello indispensabile da seguire per altri paesi e regioni,
La posta in gioco non è mai stata così alta. Il nostro pianeta si riscalda e le specie che lo popolano scompaiono a un ritmo allarmante. Negli ultimi due mesi persone di tutto il mondo si sono riunite nel quadro di due conferenze globali per confrontarsi su un tema comune: il clima e la biodiversità. Le sfide da affrontare in questi due settori sono sintomi dello stesso problema: l’insostenibilità della nostra produzione e dei nostri consumi Pur essendo complessi, i negoziati sono cruciali per la consapevolezza, il consenso e un’azione urgente a livello globale.
Cosa si intende per «prosumatori» (potenziale acquirente e consumatore) di energia e qual è il loro ruolo nel promuovere l’uso di energia rinnovabile in tutta Europa? Abbiamo parlato con Javier Esparrago, esperto di energia e ambiente dell’AEA, del contributo che i cittadini, le istituzioni e le imprese possono apportare per affrontare l’attuale crisi energetica diventando prosumatori, attivi sia nella produzione che nel consumo di energia rinnovabile. All’inizio di questo mese l’AEA ha pubblicato una relazione che spiega cosa significa essere prosumatori di energia rinnovabile e illustra la crescente diffusione di tali pratiche grazie a tecnologie più efficienti ed economiche e a politiche di promozione.
Sembra che stiamo vivendo una crisi dopo l’altra: una pandemia, ondate di calore estremo e siccità dovute ai cambiamenti climatici, inflazione, guerra e una crisi energetica. Questo inverno sarà probabilmente caratterizzato da una continua incertezza e da un’elevata volatilità nei mercati globali come l’energia e i prodotti alimentari, che interesseranno alcuni paesi e gruppi più di altri. Affrontare queste crisi, soprattutto a lungo termine, richiede un impegno politico solido e investimenti nella sostenibilità per rafforzare la resilienza delle nostre società.
L’inquinamento ambientale ha ripercussioni sulla salute e la qualità della vita. Gli studi condotti dall’Agenzia europea dell’ambiente hanno posto in evidenza la natura di tali ripercussioni così come i potenziali benefici che si potrebbero trarre da un ambiente più pulito. Ogni intervento inteso a realizzare l’obiettivo «inquinamento zero» in Europa consente di prevenire casi di tumore o di migliorare la qualità della vita.
I trasporti collegano persone, luoghi, culture ed economie, ma esercitano anche pressioni importanti sull’ambiente e sul clima. Abbiamo discusso con due esperti dell’Agenzia europea dell’ambiente (EEA) in materia di trasporti e ambiente, Rasa Narkeviciute e Tommaso Selleri, delle sfide e delle opportunità da tenere in considerazione per rendere il sistema europeo dei trasporti più sostenibile e del rapporto che abbiamo recentemente pubblicato in materia.
Assegnare un valore alla natura può contribuire a proteggerla o abbiamo bisogno di nuovi modelli di governance? In che modo il commercio è legato alla perdita di biodiversità e alle disuguaglianze? Lo abbiamo chiesto a James Vause, economista capo dello United Nations Environment Programme World Conservation Monitoring Centre (Centro di Monitoraggio della conservazione mondiale del programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, UNEP-WCMC), che ha contribuito al rapporto Dasgupta sull’economia della biodiversità, in particolare al capitolo relativo al commercio e alla biosfera.
Gli Stati membri dell’UE hanno iniziato a coordinare le politiche ambientali negli anni Settanta e la natura è stato il primo settore di interesse degli interventi europei. Ad oggi, le direttive in materia di protezione della natura – la direttiva Uccelli e la direttiva Habitat, adottate rispettivamente nel 1979 e nel 1992 – costituiscono la base degli sforzi dell’UE per la protezione e la conservazione della biodiversità.
L’Europa ha fissato obiettivi politici ambiziosi per consentire alla natura di recuperare e prosperare, aumentando i benefici che un mondo naturale in salute apporta alla società. Aree protette, infrastrutture blu e verdi, ripristino, rinaturalizzazione e soluzioni basate sulla natura per far fronte ai cambiamenti climatici: sono molte le azioni da intraprendere per invertire il deterioramento dello stato di salute della natura.
Dalle mutazioni degli habitat delle specie e le comunità, alla disponibilità idrica, alle stagioni di fioritura: l’impatto dei cambiamenti climatici si ripercuote su ecosistemi e biodiversità. Abbiamo chiesto alla professoressa Beate Jessel, presidente dell’Agenzia federale tedesca per la conservazione della natura, quali sono i legami tra biodiversità e cambiamenti climatici e che azioni si potrebbero intraprendere per potenziare la resilienza della natura in un clima in cambiamento.
In Europa, la natura sta soffrendo le conseguenze dello sfruttamento e inquinamento prolungati. La natura continua a fornirci cibo, abiti, medicinali, alloggio, energia e altre risorse, ma gli ecosistemi e molte piante e animali sono in declino, spesso vicini all’estinzione. Quali sono le attività umane più dannose per la natura e in che modo possiamo fermare e invertire l’attuale perdita di biodiversità?
Il monitoraggio della fauna selvatica e degli habitat svolge un ruolo chiave nelle valutazioni degli esperti. Abbiamo chiesto a Petr Voříšek, membro del comitato di coordinamento del secondo Atlante europeo degli uccelli nidificanti presso la Società ceca di ornitologia, in che modo avviene la raccolta di tali informazioni e dati su scala europea e quali sono le sfide che le popolazioni di volatili si trovano ad affrontare oggi.
La consapevolezza del ruolo della natura non e’ mai stata cosi’ forte come oggi. Sulla scia delle restrizioni seguite alla pandemia di COVID-19, molti di noi sono usciti all’aria aperta, negli spazi verdi piu’ vicini, per cercare conforto e sollievo dal lockdown. Ancora una volta e’ emerso il ruolo vitale e prezioso che la natura svolge nel nostro benessere mentale e fisico.
La perdita della biodiversità e degli ecosistemi naturali a cui stiamo assistendo è catastrofica tanto quanto i cambiamenti climatici. I due eventi in realtà sono strettamente interconnessi, perché se da un lato i cambiamenti climatici accelerano la perdita di biodiversità, dall’altro la salute degli ecosistemi è un alleato indispensabile nella lotta ai cambiamenti climatici.
L’aggressione militare russa in Ucraina ha cambiato le vite degli ucraini da un giorno all’altro. Gli effetti di questa guerra ingiustificata sono sentiti non solo in Ucraina, ma anche al di là dei suoi confini e continueranno a incidere su di noi negli anni e persino nelle generazioni a venire.
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