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Editoriale – Preparare l’Europa a un clima in evoluzione

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Article Pubblicato 05/03/2024 Ultima modifica 05/03/2024
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Photo: © Zvonimir Zvonar, Climate Change PIX /EEA
Dagli incendi boschivi alle inondazioni disastrose che hanno colpito l’Europa meridionale, l’estate del 2023 passerà alla storia per i fenomeni meteorologici estremi che l’hanno caratterizzata. In che misura siamo preparati ad affrontare questi eventi e le loro conseguenze? Le incessanti ondate di calore che hanno investito milioni di europei in tutto il continente, gli incendi boschivi e le improvvise inondazioni che hanno danneggiato molte comunità richiedono un’azione ancora più ambiziosa, che favorisca l’adattamento a una nuova realtà e acceleri la transizione verso la sostenibilità.

La scorsa estate è stata la più calda mai registrata su scala globale e la quinta a livello europeo. Finora gli incendi boschivi nell’UE hanno distrutto oltre 468 000 ettari quest’anno, in molti casi danneggiando destinazioni turistiche dell’Europa meridionale, con gravi ripercussioni sull’economia locale. Dopo lunghi periodi di siccità e caldo intenso, intere comunità e i loro mezzi di sussistenza sono stati devastati in poche ore a Rodi e Corfù.

Anche la natura ne ha sofferto. Oltre il 40 % della superficie bruciata quest’anno era costituito da siti Natura 2000 e gli habitat e le specie dipendenti da questi ecosistemi hanno subito un impatto negativo. Le ondate di calore sono state accompagnate da piogge torrenziali e inondazioni improvvise in Bulgaria, Grecia, Slovenia e Turchia, che hanno provocato vittime e ingenti danni economici . Negli ultimi 42 anni le perdite e i danni economici causati dalle condizioni meteorologiche e climatiche estreme sono ammontati complessivamente ad almeno 560 miliardi di EUR, con perdite annuali superiori a 50 miliardi di EUR nel 2021 e nel 2022. Per quanto riguarda il 2023, le stime prospettano perdite su livelli analoghi.

Anno dopo anno reagiamo con sgomento alla crescente gravità di questi fenomeni e siamo rattristati dall’entità delle perdite che provocano. Ma gli eventi meteorologici estremi non dovrebbero più coglierci di sorpresa. Purtroppo,stiamo vivendo uno scenario climatico che gli scienziati prospettano da decenni.


Una nuova realtà: più calda, più secca, più umida...

All’inizio dell’estate abbiamo pubblicato il documento web «Extreme summer weather in a changing climate: is Europe prepared?» (I fenomeni meteorologici estremi dell’estate in un clima in evoluzione: l’Europa è preparata?), che esamina approfonditamente i principali fenomeni meteorologici estremi della stagione estiva che colpiscono sempre più la popolazione, l’economia e la natura in Europa. Gli utenti possono esplorare mappe interattive e grafici contenenti informazioni su ondate di calore, inondazioni, siccità, incendi boschivi e malattie sensibili al clima come la dengue. Oltre a fare il punto sugli impatti degli eventi passati, il documento delinea una visione futura basata sulle più recenti conoscenze scientifiche.

Il messaggio è chiaro: le estati porteranno ondate di calore più numerose, più intense e più durature, inondazioni più frequenti ed estreme, siccità e incendi boschivi più gravi e un aumento delle malattie sensibili al clima. Come ha affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo Stato dell’Unione di questa settimana, a proposito del Green Deal europeo, «Questa è la realtà di un pianeta in ebollizione».

L’Europa ha già adottato misure per adattarsi ai cambiamenti climatici, ma la nostra analisi mette in luce settori che richiedono urgenti interventi supplementari. Dobbiamo ridurre al minimo gli effetti dei cambiamenti climatici sulla nostra società e sulla nostra economia e affrontare molte sfide. Come possiamo proteggere meglio le persone più vulnerabili, come gli anziani, dalle ondate di calore intense? Come possiamo preparare le nostre città alle inondazioni, alle ondate di calore o alla siccità?

Sappiamo che anche l’agricoltura dovrà adattarsi. Come possiamo fare in modo che continui a fornire alimenti e un reddito stabile agli agricoltori, contribuendo nel contempo agli obiettivi europei di sostenibilità? Come può la società prepararsi a questa nuova realtà?

 

Preparazione della società

Gli effetti dei cambiamenti climatici e i livelli di preparazione della società variano notevolmente in Europa. Le comunità devono adottare misure che tengano conto delle sfide locali da affrontare e delle risorse disponibili. La conoscenza svolgerà un ruolo fondamentale nell’aiutare l’Europa a prepararsi. La piattaforma europea sull’adattamento ai cambiamenti climatici Climate-ADAPT presenta oltre 100 studi di casi ed esempi di possibili soluzioni di adattamento, nonché strumenti che facilitano la pianificazione di azioni adeguate.

L’AEA sostiene le politiche di adattamento e la loro attuazione in Europa attraverso una serie di indicatori e valutazioni, tra cui la valutazione europea dei rischi climatici. Questo documento, che sarà pubblicato all’inizio del prossimo anno, valuterà gli impatti e i rischi attuali e futuri dei cambiamenti climatici in relazione all’ambiente, all’economia e alla società in senso lato in Europa.

Le misure di adattamento devono andare di pari passo con la necessità di ridurre drasticamente e rapidamente le emissioni di gas serra. Questi sforzi vanno integrati da interventi altrettanto ambiziosi per contrastare l’inquinamento, la perdita di biodiversità e l’uso non sostenibile delle risorse. Le azioni devono essere attuate in modo giusto ed equo, assicurando che le persone più svantaggiate della società non siano lasciate indietro.

Il Green Deal europeo offre un quadro politico completo e coerente per l’azione su tutti questi fronti. La sua attuazione è fondamentale per rafforzare la resilienza complessiva della società europea e, a tal fine, l’AEA si adopera con il massimo impegno, insieme alla rete Eionet, per fornire i dati e le conoscenze necessari.

 

Leena Ylä-Mononen
Direttrice esecutiva dell’AEA

Editoriale pubblicato nel numero di settembre della newsletter AEA, n. 03/2023.

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