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A rischio la resilienza idrica in Europa a causa di inquinamento, sfruttamento e cambiamenti climatici

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Notizie Pubblicato 18/11/2024 Ultima modifica 18/11/2024
4 min read
Photo: © Stefano Scagliarini, My City /EEA
Inquinamento, degrado degli habitat, effetti dei cambiamenti climatici ed eccessivo sfruttamento delle risorse di acqua dolce stanno sottoponendo laghi, fiumi, acque costiere e acque sotterranee in Europa a una pressione senza precedenti. Secondo la più ampia valutazione sulla salute dei corpi idrici europei, pubblicata oggi dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), il continente non è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi stabiliti dalle normative dell’Unione europea (UE) per migliorare lo stato delle sue acque. Una gestione più efficiente delle risorse idriche è cruciale per rafforzare la resilienza idrica, ridurre le pressioni su questa risorsa e assicurare che cittadini, ambiente e industria in Europa abbiano a disposizione acqua di qualità a sufficienza.

Questo prodotto è stato tradotto per comodità esclusivamente utilizzando i servizi del Centro di traduzione per gli organismi dell'UE. Sebbene sia stato fatto ogni sforzo per assicurarne l'accuratezza e la completezza, non possiamo garantirle. Pertanto, non dovrebbe essere invocato per scopi legali o ufficiali. Il testo originale inglese è da considerarsi la versione ufficiale.

 

Secondo la relazione dell’AEA «Europe’s state of water 2024: the need for improved water resilience» (Lo stato delle acque in Europa 2024: la necessità di migliorare la resilienza idrica), l’agricoltura rappresenta la principale fonte di pressione che incide sia sulle acque superficiali che su quelle sotterranee. Questa situazione è causata dall’elevato consumo di acqua e dall’inquinamento provocato dall’uso intensivo di nutrienti e pesticidi, come emerso dal monitoraggio condotto dagli Stati membri. L’agricoltura è di gran lunga il settore responsabile del maggior utilizzo netto di acqua in Europa e, senza cambiamenti nelle pratiche agricole, è probabile che il fabbisogno dell’agricoltura irrigua aumenti con il progredire dei cambiamenti climatici.

La relazione dell’AEA evidenzia che, nonostante i progressi compiuti, le acque e gli ecosistemi acquatici europei continuano a subire gravi danni a causa delle sostanze chimiche, soprattutto per l’inquinamento atmosferico dovuto alla produzione di energia da carbone e per la contaminazione diffusa da nutrienti e pesticidi provenienti dall’agricoltura. Anche il degrado degli habitat è un fenomeno diffuso. A complicare ulteriormente l’arduo compito di proteggere gli ecosistemi acquatici sono i cambiamenti climatici, che stanno alterando i modelli meteorologici e intensificando le pressioni sulle risorse idriche e sulla loro gestione. 

Stando ai dati forniti dagli Stati membri dell’UE, solo il 37 % dei corpi idrici superficiali in Europa ha raggiunto uno stato ecologico considerato «buono» o «elevato», secondo un indicatore della salute degli ecosistemi acquatici stabilito dalla direttiva quadro sulle acque dell’UE; inoltre, solo il 29 % di questi corpi idrici presentava uno stato chimico classificato come «buono» nel periodo compreso tra il 2015 e il 2021.

 

Lo stato di salute delle acque europee non è buono. Le nostre acque si trovano ad affrontare una serie di sfide senza precedenti che minacciano la sicurezza idrica dell’Europa. Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per ripristinare la salute dei nostri preziosi fiumi, laghi, acque costiere e altri corpi idrici e garantire che questa risorsa vitale sia resiliente e sicura per le generazioni future.

Leena Ylä-Mononen
Direttrice esecutiva AEA


Progressi limitati fino ad oggi

Le misure adottate dagli Stati membri hanno evitato un ulteriore deterioramento dello stato delle acque dell’UE affrontando alcuni tipi di inquinamento chimico e migliorando le prospettive di alcune specie, come i mitili e i crostacei; tuttavia, dall’ultimo ciclo di monitoraggio non è stato rilevato un miglioramento generale.

Le acque sotterranee dell’Europa mostrano risultati più positivi rispetto alle acque superficiali: il 77 % delle acque sotterranee risulta in «buono stato chimico» e, in termini di approvvigionamento, il 91 % è classificato in «buono stato quantitativo». Permangono, tuttavia, problemi in termini di inquinamento da pesticidi e nutrienti. Le acque sotterranee rappresentano una risorsa fondamentale della nostra acqua potabile e sono necessarie per l’ambiente, l’agricoltura e l’industria.

Il termine fissato dalla direttiva quadro sulle acque dell’UE per il raggiungimento di un buono stato delle acque superficiali e sotterranee era il 2015, al più tardi il 2027. Di questo passo, tale obiettivo non sarà raggiunto.

 

La via da seguire

La resilienza idrica in Europa può essere migliorata. La riduzione dell’uso dell’acqua e il miglioramento dell’efficienza idrica sono fondamentali per contrastare lo stress idrico nell’agricoltura, nell’industria e nelle abitazioni. Stabilire obiettivi focalizzati sul risparmio idrico o sulla riduzione del fabbisogno può aiutare a orientare le azioni e a monitorare i progressi verso una resilienza delle risorse idriche. Per migliorare la gestione dell’acqua, è necessario disporre anche di dati aggiornati e più tempestivi sulla quantità e sulla qualità dell’acqua.

Le pressioni devono essere ridotte. L’inquinamento deve essere prevenuto in linea con gli obiettivi del piano d’azione per l’inquinamento zero dell’UE. Nel breve termine, è necessario limitare l’utilizzo e prevenire il rilascio di sostanze nocive e nutrienti nelle risorse idriche.

Il ripristino della natura o il ricollegamento dei fiumi alle pianure alluvionali nonché il ripristino delle zone umide e delle torbiere possono contribuire alla creazione di ecosistemi di acqua dolce più sani e ricchi di biodiversità; questi interventi non solo possono fornire acqua di buona qualità, ma aiutano anche a immagazzinare carbonio e ad attenuare l’impatto degli eventi meteorologici estremi.

 

Informazioni sulla relazione

La relazione dell’AEA è la più grande valutazione sullo stato di salute dei corpi idrici europei e riguarda oltre 120 000 corpi idrici superficiali e 3,8 milioni di km2 di acque sotterranee nell’UE e in Norvegia. La relazione si basa sui dati comunicati da 19 Stati membri dell’UE, che rappresentano l’85 % dei corpi idrici superficiali e l’87 % dell’area dei corpi idrici sotterranei dell’UE-27.

Tutti i principali risultati e i dati comunicati relativi agli Stati membri dell’UE e alla Norvegia sono reperibili nel sistema di informazione WISE sulle acque dolci, WISE Freshwater information system.

La relazione dell’AEA integra inoltre l’imminente valutazione, da parte della Commissione europea, del terzo piano di gestione dei bacini idrografici e del secondo piano di gestione del rischio di alluvioni che farà il punto sullo stato di attuazione della direttiva quadro sulle acque e della direttiva sulle alluvioni nell’UE.

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