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Cosa hanno in comune molti vigneti sparsi in paesaggi idilliaci, siti industriali e discariche? La risposta potrebbe essere la presenza di sostanze chimiche. Dai metalli pesanti agli inquinanti organici e alle microplastiche, il suolo in cui coltiviamo i nostri prodotti alimentari e il territorio su cui costruiamo le nostre case potrebbero essere contaminati da diversi inquinanti. I contaminanti sono diffusi e si stanno accumulando nei territori e nei suoli europei. Come possiamo affrontare questo problema?
Chi possiede il terreno e le sue risorse? Chi decide come possono essere utilizzati? In alcuni casi il terreno è di proprietà privata e in quanto tale può essere oggetto di compravendita e utilizzato esclusivamente dal proprietario. Spesso il suo uso è disciplinato da disposizioni nazionali o locali, ad esempio dalle norme sulla conservazione delle aree boschive. In altri casi, determinate aree sono destinate soltanto alla fruizione pubblica. Ma il terreno non è soltanto un’entità spaziale o territoriale. Quando noi tutti utilizziamo il terreno e dipendiamo dalle sue risorse, ai fini di una gestione sostenibile è necessario che i proprietari, i legislatori e gli utenti a ogni livello – da quello locale a quello globale – collaborino tra loro.
Non possiamo vivere se il suolo e il territorio non sono sani. È sul suolo che produciamo la maggior parte del cibo che mangiamo e costruiamo le case in cui abitiamo. Il territorio è d’importanza vitale per tutte le specie – siano esse animali o piante che vivono sulla terraferma oppure nell’acqua. Il suolo – uno dei componenti essenziali del territorio – è un elemento brulicante di vita, molto complesso e spesso sottovalutato. Purtroppo, il modo in cui oggi utilizziamo il suolo e il territorio in Europa e nel mondo non è sostenibile. Tale circostanza ha notevoli ripercussioni sulla vita sulla terraferma.
La contaminazione del suolo è una questione strettamente collegata al nostro comune passato e fa parte del percorso che ha portato l’Europa a essere all’avanguardia dapprima nell’industrializzazione e poi nella protezione dell’ambiente a livello mondiale. Abbiamo parlato con Mark Kibblewhite, professore emerito presso la Cranfield University (Regno Unito) e uno dei maggiori esperti di suolo europei, per comprendere meglio il problema della contaminazione del suolo.
La maggior parte del cibo che mangiamo è prodotta nel suolo e sul terreno. I cibi che mangiamo e i modi in cui li produciamo hanno subito profondi cambiamenti nell’ultimo secolo, e lo stesso vale per il paesaggio e la società europei. Un’agricoltura più intensiva ha permesso all’Europa di produrre generi alimentari in maggiori quantità e a prezzi più accessibili, ma a spese dell’ambiente e dell’agricoltura tradizionale. Ora è giunto il momento di ripensare il nostro rapporto con il cibo che consumiamo e anche con il territorio e le comunità che lo producono.
Conosciuto come gli «occhi dell’Europa sulla Terra», il programma di osservazione e monitoraggio dell’UE Copernicus sta rivoluzionando il modo in cui comprendiamo e pianifichiamo un uso più sostenibile delle nostre preziose risorse del suolo e del territorio. Dalla pianificazione urbana alle vie di trasporto, dagli spazi verdi all’agricoltura di precisione e alla gestione delle foreste, Copernicus fornisce informazioni dettagliate e tempestive sul monitoraggio del territorio per sostenere il processo decisionale.
Il suolo è molto più che sabbia e limo inanimati. Il suolo è ricco di esseri viventi, che vanno dagli organismi microscopici ai mammiferi di maggiori dimensioni, e tutti quanti interagiscono in un numero altrettanto elevato di microhabitat. Le loro interazioni ci forniscono cibo e fibra, acqua e aria pulite, processi industriali privi di sostanze chimiche sintetiche e persino cure per molte malattie. Con il dottor David Russell del Museo di storia naturale Senckenberg (Germania) abbiamo parlato di biodiversità del suolo e di ciò che essa significa per il nostro pianeta.
I cambiamenti climatici hanno un forte impatto sul suolo; inoltre, variazioni nell’uso del territorio e del suolo possono accelerare oppure rallentare tali cambiamenti. Senza suoli più sani e senza una gestione sostenibile del suolo e del territorio non potremo affrontare la crisi climatica, produrre cibo sufficiente e adattarci a un clima in cambiamento. La soluzione può consistere nel preservare e ripristinare gli ecosistemi principali, lasciando che sia la natura a catturare il carbonio dall’atmosfera.
Il paesaggio dell’Europa sta cambiando. Le città e le loro infrastrutture si stanno espandendo su terreni agricoli produttivi, frammentando ulteriormente il paesaggio e interessando la fauna selvatica e gli ecosistemi. Oltre alla frammentazione del paesaggio, il suolo e il territorio sono esposti a varie altre minacce: contaminazione, erosione, compattazione, impermeabilizzazione, degrado e persino abbandono. Perché non ricicliamo il territorio già occupato dalle città e dalle infrastrutture urbane, invece di utilizzare i terreni agricoli?
Il territorio e il suolo sono essenziali per i sistemi naturali e la società umana, tuttavia le attività umane minacciano il funzionamento delle risorse del territorio a livello globale, suolo compreso. Perché succede questo? Che cosa fa l'Europa per impedirlo? Il 2015 è l'Anno internazionale dei suoli, pertanto abbiamo rivolto queste domande a Geertrui Louwagie, responsabile del progetto per la valutazione del suolo e reporting presso l'Agenzia europea dell'ambiente.
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