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La qualità dell’aria in Europa sta migliorando. Ciononostante l’aria inquinata continua a peggiorare la salute degli individui e a causare morti evitabili, soprattutto nelle città. La buona notizia è che soluzioni più pulite per i trasporti, il riscaldamento, l’industria e l’agricoltura possono essere utili.
Ondate di calore, siccità, incendi boschivi e inondazioni in un clima che cambia incidono sempre più sulla nostra salute e sul nostro benessere. L’UE incentiva le azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici a livello nazionale, delle città e dei comuni. Tali misure ci aiuteranno a resistere agli eventi meteorologici estremi in futuro?
L’inquinamento ambientale ha ripercussioni sulla salute e la qualità della vita. Gli studi condotti dall’Agenzia europea dell’ambiente hanno posto in evidenza la natura di tali ripercussioni così come i potenziali benefici che si potrebbero trarre da un ambiente più pulito. Ogni intervento inteso a realizzare l’obiettivo «inquinamento zero» in Europa consente di prevenire casi di tumore o di migliorare la qualità della vita.
Dopo un anno di convivenza con la COVID-19 e i suoi effetti, l’Europa continua a proporre pacchetti di politiche per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi delineati nel Green Deal europeo. È essenziale che l’Europa mantenga la rotta verso i suoi traguardi e assicuri di costruire, entro il 2050, una società resiliente basata sulla solidarietà, in grado di offrire a tutti un ambiente sano.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), in Europa l’inquinamento provoca 1,4 milioni di decessi evitabili all’anno, ma la situazione sta migliorando e il Green Deal europeo potrebbe rappresentare l’occasione per fare un balzo in avanti verso la sostenibilità. Abbiamo parlato di inquinamento e di salute con Francesca Racioppi, capo del Centro europeo per l’ambiente e la salute dell’OMS.
Molti di noi sono sempre più esposti al rumore nella nostra vita quotidiana. Le automobili ad alta rumorosità in strada, un aereo che vola a bassa quota o un treno nelle vicinanze spesso causano fastidio e frustrazione. Tuttavia, il loro impatto sulla nostra salute e sull’ambiente potrebbe essere molto peggiore di quanto si pensi.
L’inquinamento atmosferico, l’inquinamento acustico e le ripercussioni dei cambiamenti climatici rappresentano rischi principali per la salute e il benessere quotidiano degli europei. Abbiamo parlato con Catherine Ganzleben, responsabile del gruppo “Inquinamento atmosferico, ambiente e salute”, Alberto González, esperto in qualità dell’aria dell’AEA, ed Eulalia Peris, esperta in inquinamento acustico dell’AEA, per saperne di più su cosa sta facendo l’AEA per migliorare le conoscenze in questo importante campo di ricerca.
La pandemia di COVID-19 è un chiaro esempio di quanto possano essere fragili le nostre società ed economie davanti a uno choc vigoroso. Oltre a ciò, si prevede che il degrado ambientale e i cambiamenti climatici aumenteranno la frequenza e la gravità di questi avvenimenti sconvolgenti. Di fronte all’incertezza e a sfide di vario tipo, l’unica strada percorribile consiste nel garantire che ogni decisione presa in questo periodo critico ci avvicini ai nostri obiettivi sociali e di sostenibilità.
Come possiamo costruire un mondo più sostenibile e resiliente in seguito alla crisi scatenata dal coronavirus? In questo periodo critico in cui si prenderanno decisioni chiave per la ripresa, decisioni che plasmeranno il nostro futuro, l’Agenzia europea dell’ambiente riunirà le conoscenze relative al coronavirus e all’ambiente e contribuirà a un dibattito informato.
L’inquinamento acustico è un problema sempre più grave in tutta Europa, i cui effetti sulla salute potrebbero non essere chiari a molte persone. Ci siamo intrattenuti con Eulalia Peris, l’esperta in inquinamento acustico dell’Agenzia europea dell’ambiente, sulle principali conclusioni della relazione dell’AEA dal titolo «Environmental noise in Europe – 2020» (L'inquinamento acustico in Europa – 2020), che è stata pubblicata all’inizio del mese.
I paesi europei stanno adottando misure drastiche per limitare l’impatto della Covid-19 sulla salute dei cittadini europei e sull’economia. Le crisi di questa portata tendono ad avere ripercussioni immediate e gravi su intere popolazioni e sull’economia. Considerando il suo potenziale in termini di effetti sui settori economici chiave, è atteso che la crisi da coronavirus riduca alcuni degli impatti delle attività economiche sull’ambiente e sul clima. Tuttavia, non è assolutamente grazie a crisi profonde e improvvise con un costo estremamente elevato per la società che l’Unione europea si è impegnata a trasformare la propria economia e a conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Il Green Deal europeo e la recente proposta di una legge europea sul clima invocano invece una riduzione irreversibile e progressiva delle emissioni, garantendo al tempo stesso una transizione equa che sia di sostegno agli interessati.
All’inizio di questo mese l’Agenzia europea dell’ambiente ha pubblicato la relazione dal titolo «L’ambiente in Europa: Stato e prospettive 2020 (SOER 2020)». La relazione è giunta alla conclusione che l’Europa non riuscirà a centrare gli obiettivi fissati per il 2030 senza un intervento urgente nei prossimi dieci anni per affrontare l’allarmante tasso di perdita di biodiversità, gli effetti sempre maggiori dei cambiamenti climatici e l’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali. Il documento offre anche delle soluzioni chiave, che aiuterebbero l’Europa a ritrovare la rotta giusta per il conseguimento di questi obiettivi. Abbiamo incontrato Tobias Lung, esperto dell’AEA per la valutazione e il coordinamento del SOER, per discutere il ruolo della relazione SOER 2020.
Occorre un’azione mirata per proteggere meglio le popolazioni più vulnerabili in Europa, tra cui i poveri, gli anziani e i bambini, dai rischi ambientali quali l’inquinamento atmosferico e acustico e le temperature estreme. Aleksandra Kazmierczak, esperta di adattamento ai cambiamenti climatici dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), illustra le principali conclusioni di una nuova relazione dell’AEA che valuta i legami tra le disuguaglianze sociali e demografiche e l’esposizione all’inquinamento atmosferico, all’inquinamento acustico e alle temperature estreme.
Ancora associato comunemente ai termometri, il mercurio è noto presso la maggior parte delle persone come sostanza tossica. A causa di tale tossicità, è in fase di eliminazione dai prodotti fabbricati in Europa, ma ce n’è ancora molto in circolazione nell’aria, nell’acqua, nel suolo e negli ecosistemi. Il mercurio rappresenta ancora un problema? Che cosa si sta facendo in proposito? Abbiamo intervistato Ian Marnane, esperto dell’AEA in materia di utilizzo delle risorse e di industria sostenibili.
Il processo di elaborazione delle politiche ambientali non è un compito facile. Da una parte, gli europei vogliono godere dei benefici offerti da un’economia ben funzionante; dall’altra, lo stile di vita che abbiamo scelto comporta notevoli costi sia per l’ambiente sia per la salute. Comprendere in modo globale come la natura, l’economia e la salute umana siano connesse tra loro è essenziale per individuare le migliori strategie politiche possibili. L’Agenzia europea dell’ambiente mira a sostenere il processo di elaborazione delle politiche fornendo esattamente questo tipo di conoscenza.
Grazie alla legislazione, alla tecnologia e all’abbandono progressivo dei combustibili fossili altamente inquinanti, negli ultimi decenni la qualità dell’aria in Europa è migliorata. Tuttavia, l’inquinamento atmosferico continua a incidere negativamente sulla salute di tante persone, specialmente nei centri urbani; a causa della sua complessità, la lotta a questo tipo di inquinamento richiede un’azione coordinata a molti livelli. Per coinvolgere i cittadini, è essenziale fornire loro informazioni tempestive e accessibili. Questo è proprio lo scopo del nostro indice europeo della qualità dell’aria, recentemente introdotto. I miglioramenti della qualità dell’aria non solo farebbero bene alla nostra salute, ma potrebbero anche contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici.
È noto che l’esposizione a sostanze chimiche dannose provoca degli effetti sulla salute umana e sull’ambiente. A fronte dell’aumento della produzione chimica mondiale e dell’introduzione di nuove sostanze chimiche, come facciamo a capire che cosa si può considerare sicuro? Con Xenia Trier, esperta di sostanze chimiche dell’AEA, abbiamo discusso di diversi aspetti connessi all’utilizzo sicuro delle sostanze chimiche in Europa e di quello che sta facendo l’UE per ridurne i potenziali effetti collaterali.
Il mese scorso l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) ha pubblicato l’ultima edizione del rapporto “Qualità dell’aria in Europa”, da cui emerge che malgrado un lento miglioramento della qualità dell’aria, l’inquinamento atmosferico rimane il principale fattore di rischio ambientale per la salute in Europa. Abbiamo intervistato Alberto González Ortiz, esperto in qualità dell’aria dell’AEA, per discutere i risultati emersi dalla relazione e il modo in cui le immagini satellitari contribuiscono a migliorare la ricerca sulla qualità dell’aria.
Per produrre cibo in quantità sufficienti, l'Europa si affida all'agricoltura intensiva, che ha un impatto sull'ambiente e sulla nostra salute. L'Europa è in grado di trovare un modello di produzione che sia sostenibile per l’ambiente? Abbiamo posto questa domanda a Ybele Hoogeveen che è a capo di un gruppo all'Agenzia europea per l'ambiente che lavora sull'impatto dell'utilizzo delle risorse sul benessere ambientale e umano.
L'economia europea sta ancora scontando l'impatto della crisi economica iniziata nel 2008. La disoccupazione e la riduzione dei salari hanno colpito milioni di persone. In un momento in cui i laureati non riescono a trovare lavoro in una delle aree più ricche del mondo, ha senso parlare di ambiente? Il nuovo programma d’ azione ambientale dell'Unione europea fa esattamente questo, ma non solo. Individua anche l'ambiente come una parte integrante e inseparabile della nostra salute e della nostra economia.
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