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Press Release
COMUNICATO STAMPA
Copenaghen, 15 luglio 2004
Le emissioni dei gas ad effetto serra, che condizionano il cambiamento climatico nell'Unione europea, sono leggermente diminuite dopo due anni di crescita, portando l'Unione europea un po' più vicino al suo obiettivo di riduzione delle emissioni dell'8% nei prossimi otto anni.
Come mostrato dalle stime più recenti compilate dall'Agenzia europea dell'ambiente, le emissioni di gas ad effetto serra dell'UE-15, ovverossia dei paesi appartenenti all'Unione europea prima dell'allargamento del 2004, sono diminuite dello 0,5% tra il 2001 ed il 2002.
Tra le ragioni di tale calo si annoverano in particolare le temperature più elevate riscontrate nella maggior parte dei paesi dell'UE, grazie a cui si è ridotto l'impiego dei combustibili fossili che producono grandi quantità di diossido di carbonio per riscaldare case ed uffici.
Altre ragioni importanti sono state la crescita economica più lenta dell'industria manifatturiera, che ha anche ridotto l'uso di combustibili fossili, il progressivo passaggio dal carbone al gas, oltre a misure specifiche per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra.
Nel 2000 e nel 2001 le emissioni dei sei gas ad effetto serra erano aumentate rispettivamente dello 0,2% e dell'1,3% annui.
Il calo riscontrato nel 2002 ha portato le emissioni complessive dell'UE-15 al 2,9% al di sotto del loro livello nell'anno di riferimento utilizzato per i calcoli, il 1990 nella maggior parte dei casi.
Ciò rappresenta un miglioramento rispetto al 2001, anno in cui le emissioni erano risultate più basse soltanto del 2,1% rispetto all'anno di riferimento.
L'UE deve comunque percorrere un lungo cammino per mantenere l'impegno, sancito nel protocollo di Kyoto sui cambiamenti del clima, di abbassare le emissioni all'8% al di sotto del livello dell'anno di riferimento nel periodo 2008-2012.
In fatti, se si assume che la riduzione dell'8% tra l'anno di riferimento ed il periodo 2008-2012 segua un andamento lineare, le emissioni avrebbero dovuto diminuire del 4,8% entro il 2002.
Secondo queste considerazioni, soltanto quattro paesi seguono il percorso che, in base alle assunzioni fatte, gli consentirebbe di raggiungere lo specifico obiettivo nazionale, sottoscritto da ciascuno Stato membro dell'UE al fine di garantire che l'UE nel suo complesso soddisfi agli impegni contratti nel quadro del protocollo di Kyoto. Questi paesi sono la Francia, la Germania, il Regno Unito e la Svezia (per maggiori dettagli si rimanda all'appendice).
In base alle medesime considerazioni, gli altri 11 Stati membri prima del 2004, alcuni dei quali con uno scarto sostanziale, si stanno dirigendo verso il superamento dei loro obiettivi di emissione. Si tratta in particolare di Spagna, Portogallo, Irlanda, Austria, Italia, Danimarca e Grecia.
Rispetto agli altri Stati membri, la Spagna deve affrontare una sfida ben più ardua per raggiungere gli obiettivi prefissati. Le emissioni riscontrate nel corso del 2002 sono state superiori del 39,4% rispetto al livello dell'anno di riferimento, ben più del doppio dell'incremento del 15% tra l'anno di riferimento ed il periodo 2008-2012 consentito in base all'accordo UE.
Tuttavia, a partire dal 2002, si sono approvate svariate iniziative di livello comunitario e nazionale, grazie a cui si potrebbe avanzare più rapidamente verso l'obiettivo di Kyoto.
La principale di queste iniziative è il programma di commercializzazione dei diritti di emissione dell'UE, che avrà inizio nel prossimo mese di gennaio, ed ha il potenziale per ridurre in maniera sostanziale le emissioni di biossido di carbonio (CO2), il più importante gas ad effetto serra.
Alcuni Stati membri stanno inoltre iniziando ad avvalersi di altre opzioni di riduzione delle emissioni previste in base al protocollo di Kyoto.
Queste ultime consentono ai vari paesi di raggiungere parte dei loro obiettivi investendo in progetti che consentono di economizzare sulle emissioni in altri paesi industrializzati o nei paesi in via di sviluppo, oppure intraprendendo dei progetti di sequestro del CO2 nelle foreste o nei terreni agricoli.
I Paesi Bassi, ad esempio, ritengono di essere sulla giusta strada per raggiungere il loro obiettivo di abbattere le emissioni del 6% nel periodo 2008-2012, se si prendono in considerazioni gli investimenti pianificati in progetti di abbattimento delle emissioni all'estero. Nel 2002 le loro emissioni effettive sono state superiori dello 0,6% rispetto al livello dell'anno di riferimento.
Anche l'Austria e la Danimarca hanno stanziato ingenti somme per questi progetti, ma non hanno ancora fornito alcuna informazione sul risparmio di emissioni previsto.
Le emissioni di gas ad effetto serra dei 10 paesi che sono entrati a fare parte dell'UE il 1° maggio non saranno contabilizzate nell'obiettivo di riduzione dell'UE. In virtù del protocollo di Kyoto, la maggior parte di questi paesi è tenuta a raggiungere i propri obiettivi di riduzione del 6% o dell'8% nel periodo 2008-2012.
La riduzione complessiva dello 0,5% delle emissioni accertata nell'UE tra il 2001 ed il 2002 riflette una diminuzione delle emissioni provenienti dalle famiglie e dal settore dei servizi, dovuta principalmente al tempo più caldo ed all'industria manifatturiera, in particolare l'industria siderurgica in Italia e nel Regno Unito, a seguito del rallentamento dell'economia.
Tale decremento è dovuto anche a misure di riduzione delle emissioni di ossido nitroso provenienti dall'industria chimica in Francia e nel Regno Unito nonché a misure prese nella maggioranza degli Stati membri per ridurre le emissioni di metano provenienti dalle discariche di rifiuti.
Sono tuttavia aumentate le emissioni generate dalla produzione di elettricità e di calore e, con l'eccezione della Germania, dal trasporto su strada.
Durante l'anno nel Lussemburgo, nella Spagna e nel Portogallo si sono riscontrati aumenti significativi delle emissioni, pari rispettivamente al 10,4%, al 4,2% ed al 4,1%. L'aumento delle emissioni riscontrato nel Lussemburgo è dovuto alla messa in funzione di una nuova centrale per la produzione di energia elettrica e termica. Una maggiore generazione di corrente, ottenuta ricorrendo a carburante fossile per compensare la minore produzione di energia idroelettrica, causata a sua volta all'abbassamento della portata dei fiumi, è il principale motivo degli aumenti delle emissioni riscontrati in Spagna e Portogallo.
Un aspetto positivo degno di nota è che nel 2002 si è riscontrato un calo delle emissioni superiore all'1% in Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi e Regno Unito. La Germania ed il Regno Unito dominano il quadro delle emissioni dell'UE-15, incidendo all'incirca per il 40% delle emissioni complessive.
Le emissioni di CO2 dell'UE-15, pari a più dei quattro quinti di tutte le emissioni di gas ad effetto serra, sono diminuite dello 0,3% tra il 2001 ed il 2002. Le emissioni di CO2 erano comunque superiori dell'1,4% rispetto al 1990, in particolare modo a causa delle maggiori emissioni provenienti dal trasporto stradale sin dall'inizio degli anni 90.
Una relazione in cui sono menzionati in dettaglio i dati più recenti relativi alle emissioni è disponibile in http://reports.eea.europa.eu/technical_report_2004_2/en
L'Agenzia europea dell'ambiente è il principale organismo pubblico in Europa la cui missione è fornire informazioni qualificate ed indipendenti sull'ambiente a decisori politici ed al pubblico. Operante a Copenaghen sin dal 1994, l'AEA è il fulcro della rete europea di informazione ed osservazione in materia ambientale (Eionet), una rete di circa 300 organismi in tutta Europa attraverso i quali raccoglie e divulga informazioni e dati in merito all'ambiente. L'Agenzia, che è un organismo dell'Unione europea, è aperta a tutte le nazioni che condividono i suoi obiettivi. Attualmente è costituita da 31 paesi membri: i 25 Stati membri dell'Unione europea, i 3 paesi candidati all'ammissione all'UE -- Bulgaria, Romania e Turchia -- e l'Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia, mentre è stato già siglato un accordo di adesione con la Svizzera.
I dati e le tabelle riportati qui di seguito forniscono dettagli, per l'UE-15, delle tendenze dell'andamento delle emissioni dei sei gas ad effetto serra fino al 2002. Non sono comprese le emissioni imputabili all'aviazione internazionale ed ai trasporti navali, e le emissioni prodotte/assorbite dal cambio di destinazione d'uso dei terreni e della silvicoltura.
For references, please go to https://eea.europa.eu./it/pressroom/newsreleases/tec2-2004-it or scan the QR code.
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